Yvan Sagnet arriva in Italia nel 2007 poco meno che ventenne. E’ innamorato di questo Paese fin da bambino, parla già bene l’italiano, legge e studia di politica e segue il calcio in Tv. Grazie ad una borsa di studio arriva a Torino, dove si iscrive alla facoltà di Ingegneria e come molti altri suoi compagni, lavora per mantenersi. Ma la vita per lui ha in serbo molte sorprese, lo getterà letteralmente in quell’inferno che si chiama caporalato, in quei campi di raccolta dei pomodori che puzzano di schiavitù, per poi riportarlo in paradiso che oggi per Yvan, 27 anni e passaporto camerunense, significa aver terminato gli studi, avere i documenti in regola e poter lavorare facendo il mestiere del sindacalista, seguendo cioè una delle sue inclinazioni più forti e visibili: quella di aiutare il prossimo.
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